Tra l’Ossola e il Canton Ticino

la Valle degli spazzacamini


Intera giornata (dalle ore 8.30 alle ore 18.30) dedicata alla visita della valle Vigezzo.


DOCUMENTO RICHIESTO: Carta d’identità valida per l’espatrio


Incontro con la guida, partenza dall’hotel e viaggio in bus con destinazione Domodossola, luogo di partenza della ferrovia Vigezzina.


Lasciato il bus si sale sulle storiche carrozze del “trenino blu” perché questa escursione si effettua in treno, con un percorso panoramico di 55 chilometri, molto suggestivo, su una linea ferroviaria alpina a scartamento ridotto, che unisce le città di Domodossola (I) e Locarno (CH).


La Valle Vigezzo è un passaggio naturale tra il territorio dell’alto Piemonte e il Canton Ticino. Una valle tipicamente alpina, con un paesaggio seducente, riposante e delizioso dove la varietà dei colori e la bellezza delle montagne circostanti hanno di fatto contribuito a donarle l’appellativo di “Valle dei Pittori”. Numerosi sono stati gli artisti che con le loro opere hanno fatto conoscere la bellezza di questi luoghi. A Santa Maria Maggiore la Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini ancora oggi testimonia la grande tradizione della pittura nella valle così come le innumerevoli decorazioni delle facciate delle case e i dipinti devozionali delle chiese.


A Santa Maria Maggiore si trova anche il Museo dello spazzacamino, una professione comune a molti abitati del territorio, un lavoro duro che i valligiani eseguivano anche all’estero. In ricordo di ciò ogni anno a settembre si tiene il raduno internazionale dello spazzacamino che richiama centinaia di “piccoli uomini neri” da tutte le parti d’Europa.


Poco prima del confine si trova Re, uno dei borghi più caratteristici di tutta la valle, con il suo maestoso Santuario eretto in onore della Madonna del Sangue. Dove ora sorge il Santuario si trovava un tempo una piccola chiesa sulla cui facciata era dipinta l’immagine della Madonna col bambino; una leggenda racconta che dal dipinto della Vergine sia sgorgato sangue per venti giorni. Da allora iniziarono i pellegrinaggi e il luogo divenne uno dei più importanti siti devozionali della valle. La miracolosa immagine è ancora oggi conservata presso l’altare maggiore costruito interamente in marmo, mentre sul retro della sacra mensa un tabernacolo contiene parte del sangue sgorgato dalla Vergine.


Da non sottovalutare assolutamente la cucina con i molteplici piatti della tradizione. Nei numerosi locali presenti sul territorio vi verrà servito il prelibato pane nero di Coimo, accompagnato da miele e lardo della valle, o quello di Druogno arricchito con noci, uvetta e fichi, il famosissimo prosciutto crudo, la mortadella di fegato e in autunno non mancheranno polenta abbrustolita o risotto ai funghi porcini, il tutto accompagnato da un buon bicchiere di Prunent o di Bruschett prodotti con le uve di Trontano e Montecrestese.